Sono d'accordo con Vittorio sulla necessità di evitare di essere confinati dentro un'etichetta, che automaticamente escluderebbe molte persone che invece si riconoscono nei valori comuni. D'altronde sono anni che i movimenti progressisti subiscono il mobbing da parte degli attuali governatori (e pseudooppositori...), che sono sempre riusciti ad infilare nel sacco dei Comunisti qualsiasi idea non allineata, con i risultati che conosciamo.
Credo sia forte la necessità, prima di intraprendere azioni comuni, di riconoscerci in un documento di intenti che scaturisca dai nostri incontri.
Dobbiamo diventare più coscienti di ciò che condividiamo, si tratti di idee, necessità od obiettivi. Allora potremo essere l'esempio più coinvolgente da proporre a chiunque fino ad oggi si sia sentito solo e privo della forza necessaria a fare la differenza. Solo insieme potremo farla, la differenza.
Alcuni giorni fa ho conosciuto telefonicamente una persona di Osimo, facente parte di un comitato cittadino ambientalista, che aveva "sentito parlare" del gruppo di Monte Giove, riaccendendole una speranza. Il gruppo pescarese ci indica la stessa strada: dobbiamo farcela!
Emanuela
martedì 10 giugno 2008
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