Premessa
In maniera del tutto provvisoria e arbitraria ho usato il nome “Movimento dal basso”. Ragioneremo col tempo anche sul nome, se ci serve. Per ora usiamo questo.
Cominciamo dai dati.
Purtroppo non sono in grado di fornire dati precisi perché molti sono andati via senza compilare il modulo. Tuttavia vi posso dire questo.
Quanti eravamo?
Sommando quanti hanno compilato il modulo, e quanti, a mia memoria, non l’hanno compilato pur essendo presenti, arriviamo a 55. Considerando la qualità della mia memoria, direi che a Monte Giove sono venute almeno 65 persone.
... in più
In più avevamo 14 assenti giustificati. Ossia persone che avevano aderito e si sono prese la briga di comunicare che non potevano venire. E quindi siamo a circa 79.
… inoltre
Inoltre ci sono persone che avevano aderito all’appello e alla riunione erano assenti (alcuni di questi forse c’erano e non si sono segnati nel modulo, ma non conoscendoli di persona non ho collegato i nomi ai volti. Comunque, sono altri 18, e così siamo a 97
Ci eravamo lanciati una sfida. Avevamo detto che per partire dovevamo essere almeno 50.
Partire con il doppio delle persone mi pare un inizio niente male.
Genere e età
Dei 55 segnati o di cui mi ricordo, 30 erano maschi e 25 femmine. Credo sia un dato importante. Una presenza quasi paritaria tra uomini e donne in una iniziativa come questa non sono mai scontati. A questo si aggiunge la presenza di tanti bambini. La nuova politica, o tiene dentro donne e bambini o nasce già spacciata.
Sull’età avevo chiesto sul modulo il dato, ma molti non l’hanno messo. La media, tra quelli che l’hanno scritta è di 41 anni. Altro dato rilevante. Monte Giove è stato anche un cruciale incontro tra generazioni, e molti l’hanno rilevato. Infatti la media nasconde la presenza di tanti giovani che si affacciano alla Politica, e tanti più maturi alla ricerca di una ripartenza.
LA DISCUSSIONE.
Fare una sintesi o un resoconto di un dibattito così ricco è praticamente impossibile. Il resoconto credo che dovremo costruirlo insieme.
Provo a dare solo alcuni spunti e informazioni soprattutto per chi non c’era.
Il metodo
Grande importanza l’abbiamo data al metodo. Molti movimenti con contenuti bellissimi hanno fallito a causa del metodo. A causa del metodo molti che si avvicinano alla politica scappano. A causa del metodo la pratica risulta incoerente con la teoria, e così si perdono consensi. A causa del metodo la politica è una prerogativa quasi esclusiva di maschi, bianchi e ultrasessantenni… Un movimento nuovo, o riflette su questo, o è destinato a ripetere il vecchio, fallendo.
In questo senso a Monte Giove abbiamo provato a sperimentare metodi nuovi anche nella discussione. Abbiamo lavorato in gruppi di 10-15 persone, facendo parlare tutti. Nel pomeriggio abbiamo fatto una plenaria seduti in cerchio. Qui siamo stati meno bravi a far parlare tutti, ma sappiamo che è una questione su cui lavorare.
Su questo terreno continueremo a sperimentare.
Il merito
Tanti sono i temi di lavoro emersi, e non li riporto qui. Per raccoglierli abbiamo deciso di elaborare una carta/manifesto. L’elaborazione della carta dovrà essere in primo luogo un momento di crescita culturale per tutti. Infatti nel gruppo ci sono tante competenze, esperienze e passioni, ed è importante farle circolare e socializzare. Ma sarà anche un momento per sperimentare su aspetti concreti un metodi diverso di discussione. In ogni caso molti hanno ribadito che il nostro impegno deve essere di non fare solo teoria, ma di interrogarci ad ogni passo come garantire la coerenza tra il dire e il fare.
Il tema della rappresentanza
E’ emerso in più momenti il tema della rappresentanza. Ossia, quando sappiamo chi siamo e cosa vogliamo, come facciamo a dargli gambe? Per ora nessuno vuole fare liste civiche, aderire a partiti e così via. Ognuno mantiene le sue esperienze e il suo impegno. Le priorità sono altre, vogliamo investire nel futuro. Poi si vedrà.
Il tema della nonviolenza
Abbiamo parlato molto di nonviolenza, intesa come metodo di discussione, come metodo di proposta all’esterno. Salvo alcune eccezioni rappresenta un orizzonte condiviso.
Il tema della responsabilità
La nuova politica deve mettere in discussione il principio della delega per ripartire da una partecipazione autentica, dal senso di responsabilità di ognuno di noi. Ci possono essere persone che momentaneamente svolgono un ruolo per tutti gli altri, ma questi ruoli devono ruotare, e nessuno deve mai essere lasciato solo.
Il tema del linguaggio e della comunicazione
Molti hanno posto il problema del linguaggio. Spesso chi fa politica è incomprensibile ai più. Occorre ragionare su questo, e anche sperimentare. Ad esempio, il linguaggio della comicità può essere una pista di lavoro.
Poi dobbiamo capire quali sono gli strumenti per comunicare e arrivare a fasce della popolazione che normalmente solo le televisioni raggiungono.
Altre direttrici
- partire dal territorio
- partire da noi, dalla coerenza, dall’azione
- mettere in rete le tante esperienze giù esistenti fino a creare un orizzonte comune
- importanza di avere un luogo fisico come luogo di ritrovo, di socializzazione, di incontro
- non si tratta di fare un movimento, ma di riconoscere che un movimento esiste già: un movimento che propone una società altenrativa.
- Fare le riunioni di volta in volta in posti diversi anche per coinvolgere gente nuova sui territori
- Importanza delle relazioni. Investiamo nella conoscenza reciproca, nella socializzazione di idee e sentimenti, nella convivialità. La politica anche come momento piacevole.
E ADESSO…
Adesso andiamo avanti con l’esperimento, perché sentiamo che serve.
L’impegno di ognuno.
Ognuno di noi ha tre impegni, da qui alla prossima riunione:
a) convincere almeno un’altra persona ad aderire al gruppo e portarla alla prossima assemblea
b) scrivere una lettera ai mezzi di informazione esprimendo il proprio dissenso da una comunicazione che fa allarmismo sociale sulla questione dei migranti e allo stesso tempo trascura la vera emergenza sicurezza che sono le squadre neofascista che fanno scorribande per il paese.
c) Avviare la discussione sulla carta/manifesto, in primo luogo facendo proposte sul metodo di lavoro. Questo usando la mailing list.
Il prossimo appuntamento
La prossima riunione la faremo a S. Anna del Furlo, a casa di alcune delle persone che erano presenti.
Le date possibili sono il 22 o il 29 giugno, o il 6 luglio. Scegliamo una delle date nel più breve tempo possibile.
Politica e convivialità
In questo incontro ci siamo dati una cornice, un punto di partenza. Dalla prossima entreremo nel concreto, cercando di tenere bilanciato i due aspetti cruciali (merito e metodo).
L’idea potrebbe essere che il prossimo incontro sia diviso tra momento di lavoro politico e momento di convivialità.
MATTINA
Di mattina dividiamo la riunione in tre parti. Esempio:
- dalle 10.00 alle 11.30: lavoriamo sulla Carta/Manifesto
- dalle 11.30 alle 13.00: lavoriamo su una questione di metodo
- dalle 13.00 alle 14.00 facciamo il punto e decidiamo le prossime tappe.
Tra le questioni di metodo possiamo scegliere tra tre filoni:
1) genere, bambini e giovani: ossia, come facciamo a fare un movimento che sia accogliente per le donne, che tenga conto delle esigenze familiari e dei bambini. Come riavvicinare alla politica le giovani generazioni. Forse sono due temi troppo grandi per discuterli insieme e vale la pena di affrontarne uno alla volta.
2) Linguaggio e comunicazione: come rielaborare un nuovo linguaggio politico, non fondato su termini militari, non sessuato e maschilista. Un linguaggio comprensibile a chiunque, semplice ma non piatto. Quali metodi di comunicazione: ad esempio, l’arte ha ancora un ruolo politico? Quali strumenti: come contrastare il dominio di certi mezzi di informazione? Come relazionarsi con i mezzi esistenti? Quali mezzi nostri darci?
3) Relazioni e conoscenza: socializziamo le esperienze e le conoscenze di cui ognuno è portatore. Costruire relazioni positive tra noi. Come fare politica in maniera piacevole, tendo insieme impegno e qualità della vita?
PRANZO E POMERIGGIO
Finito il lavoro facciamo un pranzo condiviso come a Monte Giove, ma questa volta lasciamo che il pranzo evolva in una festa. Possiamo prevedere che se tra noi ci sono artisti li “sfruttiamo”, e comunque che usiamo questo pomeriggio per conoscerci meglio, socializzando, chiacchierando informalmente: la bella politica.
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