martedì 3 giugno 2008

Monte Giove gruppo 3

Il nostro gruppo era quello errante, che ha trovato un po’ d’ombra nella desolata area del parcheggio. Ne facevano parte persone eterogenee, alcune delle quali appartenenti ad associazioni di volontariato (ambientalista, animalista, culturale, sociale), sindacati, cooperative sociali e liste civiche.

Dopo un giro di “perché sono qui”, da cui è emersa preponderante la delusione della politica e il rifiuto per gran parte della sua attuale rappresentanza, abbiamo rilevato che il male comune a tutte le organizzazioni, di partito e sindacali, è stato l’eccesso di delega, di cui troppo spesso molti rappresentanti eletti hanno abusato per gestire piccoli e grandi centri di potere, utilizzati con metodi analoghi in pressochè tutti gli schieramenti.

In questo panorama di impoverimento della proposta politica, accompagnato dalle crescenti difficoltà economiche allargate a una parte sempre più vasta della popolazione, le classi sociali più sofferenti dal punto di vista del reddito o dell’approccio filosofico hanno voltato le spalle ai partiti che nel passato ne avevano interpretato le necessità, rivolgendosi all’astensionismo o degenerando nella ricerca della forza e della sicurezza proposte dalle destre.

I partiti hanno ampiamente dimostrato, ancor più dopo le ultime elezioni, di non essere in grado di percorrere la via della revisione, sebbene all’interno ci siano delle forze sane che però, proprio in quanto tali, non hanno una funzione egemone.

E’ necessario ricostituire non solo il metodo, ma anche i contenuti.

Il primo, non può prescindere dal coinvolgimento diretto delle persone che, pur bisognose di essere difese e rappresentate, si arroccano nella vita routinaria e individualista di tutti i giorni. Occorre riscoprire il coinvolgimento del volantinaggio, dei tavoli informativi, della raccolta diretta delle adesioni, delle assemblee di quartiere e di ogni altra forma che possa superare il divario tra politica e popolo.

I contenuti (tutela dell’ambiente, trasparenza, giustizia, equità, solidarietà, pace, tolleranza, nonviolenza, ecc..) debbono superare le posizioni preesistenti e rigide di appartenenza, e devono essere nuovamente riscoperti e condivisi in un documento che non sia semplicemente la somma delle singole aspettative, ma la sintesi dei contributi che ciascuno vorrà apportare.

Sarà necessario riscrivere insieme i principi, che potranno essere raccolti in un documento, il Manifesto o Carta di MonteGiove, da costruire negli incontri successivi.

Parallelamente, occorrerà definire programmi ad ampio raggio e singoli obiettivi su cui si cercherà di far convergere i rappresentanti politici, senza escludere la possibilità di definire una rappresentanza propria.




Se qualcosa ho omesso, o qualcun altra ho eccessivamente enfatizzato, prego i partecipanti al gruppo di evidenziarlo. Emanuela

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