Diceva Alex Langer a questo proposito che: “oggi tutto è terribilmente più complesso. E’ assai difficile stabilire cosa voglia dire essere di sinistra o di destra oggi, e distinguere la sinistra per le sue opere, e non solo per le sue parole.
Prendiamo ad esempio la politica estera e militare – diceva lui – dove notoriamente sinistra e destra si comportano in genere come il cacciatore ed il bracconiere: fanno le stesse cose, ma si distinguono per la qualificazione nominale di quel che fanno.
Prendiamo l’insistenza della sinistra per lo “sviluppo” industriale, la crescita del PIL, le privatizzazioni”.
Venendo a noi, pensiamo a tutti i discorsi sulla necessità di nuove grandi infrastrutture (strade, porti, aeroporti). Alle città che vogliono tutte nuovi porti turistici per yacht miliardari (si pensi a Pesaro, Fano, Senigallia, Ancona), (quanti porti serviranno per attirare quanti miliardari e per il bene di chi?) o all’idea di costruire strade in Project Financing (vedi la Fano-Grosseto).
“La logica dei blocchi o di qua o di là – diceva ancora Langer – è sbagliata. Chi vuol sfuggire a questa polarizzazione forzata, sembra sempre che voglia fare il gioco di qualcun altro (dell’altro blocco, si direbbe). Ma così ci si accontenta di aver individuato una contraddizione ritenuta principale e di raggruppare in riferimento ad essa ogni cosa, selezionando tra ragioni valide e prospettive ingannevoli, tra amici e nemici, tra arretratezza e progresso. Una logica di blocco non favorisce i cambiamenti, le nuove aggregazioni, la possibilità di introdurre nuovi valori e prospettive”.
(Sono cosciente che “estrapolare una parte di un discorso” è una operazione discutibile. Fra l’altro Langer usava quelle parole per spiegare che i “verdi” non possono essere né di destra né di sinistra. Ma siccome le ho trovate molto simili ai miei attuali pensieri, le ho volute citare per dimostrare che la contrapposizione in schieramenti statici hanno sempre originato perplessità e problemi in tutte le epoche)
Gabriele Darpetti
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