Solo per precisare una cosa.
Personalmente non intendevo intavolare una discussione su cosa sia la destra, cosa la sinistra, dove sbagli l'uno o l'altro, ecc., anche perchè sono perfettamente conscio di aver esposto, necessariamente, una analisi molto superficiale e poco storica della faccenda. E sono altrettanto conscio che qualsiasi cosa si dicesse potrebbe essere ribaltata mille volte.
Volevo solo dire che, in questo momento e forse sempre, esiste un ventaglio di possibilità, tutte (e dico volutamente tutte, perchè ogni "fedele" considera le nefandezze commesse dalla propria parte "errori e distorsioni rispetto all'idea originale", per cui l'idea non viene intaccata. Personalmente non penso sia così, penso piuttosto che le idee hanno dovuto fare i conti con la realtà, ma questo è un altro discorso, che non apro...) con delle loro ragioni e una loro dignità.
Ora, non ci vogliamo chiamare destra o sinistra o altro, va bene, però bisogna pur condividere il punto in cui ci si vuole collocare rispetto a questo ventaglio. Sennò credo sia difficile andare già nel dettaglio.
E' anche evidente che la cosa migliore sarebbe prendere il meglio da tutto, ma io partirei dal capire qual'è il perno. Io l'ho individuato in questa tensione tra individuo e collettività, ma magari potrebbe essere altro. Personalmente ritengo sia una questione cruciale, anzi, la questione. Ma rimane una mia idea.
Scusate se, forse, il mio intervento è stato inopportuno, visto che, non essendo venuto, non conosco il punto a cui vi trovate, se non attraverso le mail.
Francesco
martedì 22 luglio 2008
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