martedì 22 luglio 2008

Gruppo del Fare

I questo gruppo si sono ritrovati Emanuela Giovannelli, Michele Gianni, Lucilla Monaco, Gualtiero Mancini, Ubaldo Gaggioli, Michele Romani, Ermanno Cavallini, Alessandra Ferri, ed il sottoscritto Gabriele Darpetti.
Le cose principali dette durante la discussione del gruppo sono state:
Ermanno Cavallini – oltre a fare il falegname nel settore della cantieristica navale, ho delle competenze aeronautiche, ed ho presentato un progetto per la valorizzazione dell’aeroporto di Fano, con annesso parco, in chiave turistica.
Gualtiero Mancini – il gruppo deve avere una visione sociale ma anche politica, proponendo dei temi da affrontare in convegni di approfondimento ed a cui invitare tutte le altre associazioni e movimenti interessati al tema, per promuovere lo spirito di rete. Io personalmente ho collaborato alla proiezione del film “Zero” di Giulietto Chiesa a Fano, e mi sono mosso in questa ottica.
Lucilla Monaco – occorre mettere a punto un piano di attacco: ad esempio si va nelle scuole, si va presso altre associazioni, a proporre temi in cui tutti possano concretamente fare qualcosa o tutti possano dare il loro contributo. Se si parla di pulizia di un luogo degradato, ad esempio, si va tutti insieme concretamente a pulirlo. Io, inoltre, mi occupo anche di teatro, e anche questo potrebbe essere uno strumento utile a coinvolgere le persone.
Michele Romani – Io preferirei individuare alcune problematiche in cui l’Amministrazione di Fano sta sbagliando e su quelle fare delle battaglie concrete, coinvolgendo tutti coloro che oggi sono sparsi, ma la pensano allo stesso modo.
Gualtiero Mancini – per essere più efficaci nella nostra azione, dovremo però diventare una associazione che abbia una sua visibilità e riconoscibilità. Solo così potremmo essere attrattivi ed avere possibilità di interloquire con altri soggetti.
Ubaldo Gaggioli – sono d’accordo con Michele Romani sulla necessità di creare un coordinamento, e di darci una identità precisa. Dovremmo inoltre puntare a coinvolgere le numerose associazioni di volontariato, che fanno tante bellissime cose, perché occorre tradurre i nostri sforzi in un movimento unitario.
Lucilla – Occorre innanzitutto ricreare il senso civico, la responsabilità collettiva sulle cose.
Michele Gianni – Le circoscrizioni di Fano, non hanno svolto efficacemente il loro ruolo, perché non si sono opposte, coinvolgendo adeguatamente i cittadini, alle “brutture” che stanno avanzando. Un esempio sono i 30 appartamenti che verranno costruiti a Fano2 nell’area verde. Nel PRG ci sono cose eclatanti, ed i cittadini di quei territori che vengono massacrati non hanno voce. Anche se la maggioranza delle persone è contraria, queste persone non hanno rappresentanza, non hanno nessuno che da voce alle loro proteste. Allora noi dobbiamo dare voce alle ingiustizie, coinvolgendo tutto l’associazionismo impegnato per fare massa critica.
Alessandra Ferri – unire tutte le associazioni è abbastanza difficile. Per fare qualcosa insieme è importante conoscersi e riconoscersi in obiettivi comuni. Non serve fare un’altra associazione, ripartiamo dalle cose concrete, individuiamo un luogo permanente in cui incontraci a discutere ma anche a decidere quali azioni fare come immediata conseguenza.
E’ bella per esempio l’idea dell’oratorio di San Cristoforo, che portava come esempio Ubaldo, perché è un luogo fisico, dove ci si può ritrovare per fare tante cose, anche piacevoli e distensive, da cui ripartire per fare delle azioni concrete. A Fano altri luoghi potrebbero essere Casa Archilei, Montegiove, ed altri.
E’ importante, inoltre, programmare anche delle azioni educative verso i giovani ed i bambini.
Emanuela Giovannelli – abbiamo idee abbastanza convergenti su molte cose, ma una volta che le abbiamo meglio definite, dobbiamo decidere come “far valere” queste cose. In sintesi dobbiamo valutare come portare i problemi, e le soluzioni che noi proponiamo, nelle sedi Istituzionali competenti a risolverli. Occorre fermare concretamente le cose sbagliate con azioni politicamente incisive, altrimenti mentre noi parliamo gli altri le faranno ugualmente. Occorre essere presenti dove si può incidere, questo secondo me è un tema su cui discutere.
Gualtiero Mancini – individuiamo dei temi da proporre ad approfondimenti e poi a delle azioni di contrasto a tutte le altre associazioni.
Lucilla Monaco – io vorrei che partissimo dalle cose in cui possiamo tutti noi dare esempi concreti di reazione pratica.
Alessandra Ferri – le azioni concrete sono anche quelle che aiutano a costruire il gruppo.
Io, Gabriele Darpetti, ero l’ultimo, ed essendo il tempo di discussione ormai finito, sono riuscito solo ad accennare i temi che avrei voluto trattare: io penso che la democrazia sia in pericolo, si stanno restringendo gli spazi di partecipazione civile alla cosa pubblica, c’è mancanza di informazione e trasparenza, elementi necessari per partecipare, si va verso una sorta di pensiero unico che il bi-partitismo alimenta, tutti accettano passivamente la logica del “voto utile” che è il contrario della democrazia. Occorre fare qualcosa, ed occorre farlo con comportamenti diversi e più coerenti rispetto a quello che abbiamo fatto sino ad oggi. Ma noi siamo d’accodo sugli obiettivi di fondo?, siamo d’accordo con i metodi da seguire, siamo d’accordo sulle priorità? (alcune di queste cose le aveva già dette in rete anche Pia Miccoli). A me pare che questi temi di fondo non li abbiamo affrontati, e sarebbe opportuno farlo il prima possibile.

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